• CHIRURGIA EREZIONE
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    CHIRURGIA DELL'EREZIONE


    Chirurgia dell'erezione

    Fin dalle prime indagini sulle disfunzioni erettili si è cercato di trovare una soluzione chirugica.

    Si può dire che di fronte a casi di insufficiente apporto arterioso la scoperta delle Iniezioni Intracavernose con farmaci vasoattivi (Papaverina, PGE1) e del Viagra hanno reso del tutto inutili tutti i tentativi che prevedevano una rivascolarizzazione del pene.

    Nei casi di Alterato Deflusso Venoso, il tentativo di correggere tal problema mediante la legatura-sezione delle vene dorsali del pene, dopo un momento di grandi entusiasmi degli inizi degli anni ’90, non ha avuto seguito. Si è visto che questa chirurgia non ha quasi alcuno spazio terapeutico.

    Il trattamento chirurgico delle malformazioni (incurvamenti) e della malattia di Peyronie si può limitare solo al raddrizzamento dell’asta. La funzione erettile deve essere presente prima dell’intervento chirurgico stesso.

    In pratica si può dire che oggi non esita alcuno spazio per una chirurgia capace di determinare miglioramenti effettivi della funzione erettile.

    Cavernosografia:esame che evidenzia vie venose di deflusso patologico

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    CHIRURGIA PENIENA DOPO I 75 ANNI


    Chirurgia Peniena dopo i 75 anni

    Anche dopo i 75 anni un maschio dovrebbe essere in grado di avere una sua vita sessuale piacevole e gratificante. Le condizioni generali qualche volta scadute, l’esistenza di patologie generali (ipertensione, diabete, artrosi, ipertrofia prostatica), il frequente abbassamento dei valori di Testosterone, la difficoltà ad avere relazioni con una donna sono tutti elementi che possono impedire o rendere difficoltosi i rapporti sessuali.

    In linea di massima, se non esistono controindicazioni cardiologiche, l’utilizzo dei farmaci vasodilatatori (viagra, cialis, levitra, spedra) non ha controindicazioni particolari. La assunzione quotidiana di tadalafil (cialis) può essere indicata anche per migliorare la situazione minzionale alterata da una Ipertrofia Prostatica Benigna.

    L’utilizzo delle Iniezioni Intracavernose di farmaci Vasoattivi (PGE1, Papaverina, Fentolamina, miscele)) può consentire l’ottenimento di una valida erezione che può perdurare anche oltre l’eiaculazione con soddisfazione del paziente e della coppia senza determinare effetti circolatori indesiderati o rischiosi per il paziente stesso.

    Il posizionamento di una protesi peniena, malleabile o idraulica può essere effettuato anche dopo i 75 anni. Si tratta solo di aver valutato le condizioni prostatico-vescicali del paziente per risolvere eventuali problemi prima del posizionamento dei cilindri protesici.

    Nella nostra esperienza su oltre 300 pazienti, con oltre 75 anni, venuti a consultare il Nostro Studio di Andrologioa per un Deficit Erettile e desiderosi di recuperare la funzione sessuale abbiamo prescritto i farmaci pro-erettivi in oltre 250 casi senza aver mai registrato complicanze significative. Molti pazienti hanno continuato ad usare Viagra, Cialis, Levitra anche regolarmente fino ad oltre i 87 anni.

    Oltre 70 pazienti, ben motivati, hanno preferito utilizzare le Autoiniezioni Intra Cavernose. Nella nostra casistica oltre 20 pazienti usano regolarmente e con gratificazione tale metodologia erettile.

    Abbiamo operato oltre 20 pazienti di età superiore ai 75 anni fino a quella di 86 anni, inserendo protesi peniene malleabili ( 11 casi) ed idrauliche (9 casi). Non abbiamo registrato complicanze legate alla età anagrafica del paziente.

    Si trattava di pazienti che avevano una relazione sessuale ben consolidata, ben motivati nella ricerca di una armonia sessuale, e chiaramente esenti da patologie locali e generali che avessero reso la soluzione chirurgica mal proponibile.

    La possibilità di recuperare una funzione sessuale penetrativa gratificante per se e per le partners non dovrebbe trovare un ostacolo od un impedimento nella età anagrafica del paziente.

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    INTERVENTI DI CHIRURGIA ANDROLOGICA


    Chirurgia Andrologica

    La chirurgia andrologica è una branca della medicina che si occupa di intervenire per risolvere problemi relativi all’apparato genitale maschile, sia patologici sia malformativi. Naturalmente, il ricorso alla chirurgia si rende necessario solo nel momento in cui le pratiche farmacologiche si siano rivelate inefficaci; tuttavia, pur nel verificarsi di quest’ultimo caso, l’evoluzione degli ultimi anni ha messo a disposizione del medico strumenti di grande precisione come il laser, che consentono di ridurre il livello di invasività e velocizzare l’intervento.

    Disfunzioni da curare

    In ogni caso, l'ambito della chirurgia andrologica si rivela di frequente un’opzione in grado di risolvere numerose problematiche relative a:
    • disfunzioni sessuali;
    • urologia;
    • prostata;
    • malformazioni.

    Tutti sintomi che molti pazienti sono portati a non affrontare in modo tempestivo e corretto, a causa della naturale riservatezza con cui si affrontano questo tipo di problemi, spesso ignorati (e dunque sopportati a causa di banale disinformazione).

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    PROTESI PENEINE


    PROTESI PENIENE

    La chirurgia dell’erezione comincia a svilupparsi nel 1971 con la scoperta del silicone polimerizzato. Si scopre la possibilità di tenere “rigido” il pene di un paziente in maniera artificiale. Se il tessuto spongioso cavernoso (Fig. 1) non è più in grado di riempirsi di sangue e di trattenerlo al suo interno tanto da ottenere uno stato di rigidità compatibile con una penetrazione sessuale e con il suo mantenimento per un tempo adeguato al piacere del maschio e della partner, questo tessuto può essere sostituito con dei cilindri rigidi, di silicone, che possono essere inseriti all’interno dei corpi cavernosi senza essere visibili dall’esterno, senza modificare l’aspetto del pene, la sua sensibilità tattile e la percezione del ”piacere” derivante dalla penetrazione sessuale. Con le protesi peniene (endocavernose) il maschio è in condizioni di penetrare, in qualsiasi momento o circostanza, senza necessità di particolari preliminari e di mantenere la rigidità anche dopo il raggiungimento della eiaculazione e dell’orgasmo.

    Le prime protesi ad avere un utilizzo diffuso sono state quelle di Subrini e di Small-Carrion (protesi semirigide, Fig.2) costituite da due cilindri di silicone polimerizzato.Vennero presto presentati ed utilizzati dei cilindri in silicone che contenevano al loro interno un filamento metallico (AMS600) in modo tale da garantire una migliore rigidità e flessibilità-malleabilità dei cilindri protesici e, quindi, del pene (Fig. 3).). Il principio su cui si basa l’azione delle protesi malleabili o semirigide non è sostanzialmente cambiato negli ultimi 40 anni anche se sono state proposte moltissime varianti. Svariate decine di migliaia di maschi hanno avuto un impianto protesico penieno di tipo malleabile con buona soddisfazione ed ancor oggi si continua ad operare pazienti affetti da DE.Quasi contemporaneamente, negli anni ’70, B. Scott (Fig.4) propose di inserire negli spazi cavernosi del pene due serbatoi in silicone connessi con dei tubicini ad un serbatoio che veniva posizionato all’interno dell’addome e collegati ad una piccola pompa, collocata nello scroto, che consentiva di gonfiare i cilindri cavernosi, non più con il sangue ma con un liquido contenuto nel serbatoio addominale, tanto da ottenere una buona rigidità e capacità penetrativa per un tempo scelto dal paziente che, alla fine del rapporto sessuale può “sgonfiare” i cilindri con una semplice manovra sulla pompa. L’intervento chirurgico richiede 1-2 giorni di ricovero, l’anestesia può essere locale con blanda sedazione o peridurale. L’incisione può essere di 4-5 cm sulla linea mediana scrotale (Fig. 5). Vengono aperti i corpi cavernosi ed inseriti i cilindri protesici (Fig. 6). Deve essere posizionato un catetere vescicale (Fig. 7). La pompa viene posizionata in sede scrotale (Fig. 8). Il serbatoio generalmente viene inserito attraverso la medesima incisione nello spazio prevescicale, oppure in sede lontana extraperitoneale in caso di pregressi interventi pelvici (Fig. 9). Il paziente viene fasciato in maniera completa per passare la prima e spesso unica notte di degenza.(Fig. 10) Dopo alcuni giorni la pompa può essere facilmente attivata dalle dita del paziente (Fig. 11,12) ottenendo una ottimale rigidità peniena fino a quando il paziente lo ritenga opportuno (Fig.13); in simile modo si effettua lo sgonfiaggio; il risultato finale è quello di un pene sostanzialmente flaccido in stato di riposo (Fig.14).

    Il grande vantaggio delle protesi idrauliche è di avere una rigidità peniena solo durante l’attività sessuale consentendo di occultare, nascondere, l’erezione negli altri momenti della vita di relazione. Quindi paziente potrebbe nascondere la protesi alla partner e durante la attività lavorativa, sportiva, ricreativa. Anche per le protesi peniene idrauliche, nel corso dei decenni sono state applicate piccole variazioni per una migliore gestione e funzionalità ma mantenendo i presupposti dei modelli iniziali. Protesi peniene idrauliche sono state “impiantate”, “applicate” a decine di migliaia di maschi con ottimi risultati. Più dell’ 85% dei maschi operati si dichiarano soddisfatti della scelta protesica. Quasi tutti consiglierebbero “al migliore amico” di operarsi. Gli inconvenienti sono legati alla occultabilità della protesi e del pene rigido. Una certa perdita di sensibilità del glande; una sensazione di accorciamento dell’asta; difficoltà minzionali o di endoscopia urologica (nei casi di protesi semirigide).

    Fig. 1

    Fig. 3

    Fig. 5

    Fig. 7

    Fig. 9

    Fig. 11

    Fig. 13

    Fig. 2

    Fig. 4

    Fig. 6

    Fig. 8

    Fig. 10

    Fig. 12

    Fig. 14